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Prime Esperienze

Scout: ancora al capanno


di skizzoinfoiato
04.02.2016    |    17.052    |    0 9.7
"La fine della gita si avvicinava dalla fine di quell'esercitazione, un solo giorno, l'ultimo per rassettare le cose e partire..."
La fine della gita si avvicinava dalla fine di quell'esercitazione, un solo giorno, l'ultimo per rassettare le cose e partire.

La mattina del secondo giorno, ad uno dal rientro al primo campo base per partire, ricominciò la caccia alla bandiera, caccia che non si era conclusa certo la notte, riferimmo che, nella zona nostra non c'era nessuno, così ci accertammo che tutti stessero alla larga.
Edo si avvicinò a me dopo colazione: “Ho vergogna a confessarmi... ma io sono di nuovo in tiro...se penso a ieri sera... se ti va sai dove trovarmi....” e corse via.

Non avevamo detto niente durante il rientro e quella frase mi colse all'improvviso, ma era quanto mai esplicita sulle sue intenzioni, voleva ripetere l'esperienza vissuta..
Ero titubante rimasi fermo guardandolo correre nel bosco in direzione opposta a quella che doveva prendere. Chiaro anche quell'iniziativa, non dare nell'occhio, da esperti in orienteering sarebbe stato un gioco da ragazzi andare dove volevamo da qualsiasi punto ci si trovasse.
Rimasi intontito nella mia mente si soppesarono velocemente i pro e i contro delle due decisioni che si presentavano davanti.
Mentendo a me stesso mi dissi che dovevo andare, se il mio amico mi voleva ancora,per non perderlo dovevo assecondarlo.
Mentivo, mi incamminai adagio anche io in una terza direzione, come a dar luogo a una strategia di ricerca. Inoltratomi nella macchia mi ritrovai sulla strada del capanno senza nemmeno accorgermene, avevo il cazzo duro. Ciò mi spaventò avevo solo voglia di godere o avevo voglia di godere col mio amico?
Era chiaro anche io volessi riprovare ad avere una mano calda, diversa dalla mia, sul mio membro.
Non ricordo molto altro sui mille pensieri che si accavallarono fino all'arrivo in prossimità del capanno stesso. Era tutto così proibito starno...eccitante mi scoprii a pensare.
Non solo, la sera la notte... aiuta a nasconederti, crea una sorta di intimità anche se c'era la luce della torcia, di giorno le sensazioni sono più esplicite siamo più lucidi, e stavamo andando al capanno non per Camilla e Piero, stavamo andando al capanno per noi.
Il desiderio e la voglia... solo questo separavano me dallo scoprire cosa ci fosse dentro una volta giunto in sua prossimità. Ero nascosto dietro degli arbusti.
Io ed Edo eravamo anche esperti nell'imitare i versi degli animali, quindi feci il verso del tordo per capire se Edo fosse già dentro, e se fosse tutto sicuro. Nessuna risposta al mio segnale.
Dopo un poco ripetei il richiamo, ricevendo risposta.
Mi alzai ed entrai nel capanno, non so come ma la prima cosa che notai fu lo zaino di Edo, poggiato a detra della porta, poi Edo.
Edo era completamente nudo a cazzo dritto, aveva messo una coperta del dormitorio... c'era del cibo acqua.

“Sono contento tu sia qua.... temevo non venissi!” “ ho portato un po' di cose così possiamo restare e non sparire subito dopo!”.

Annuii, restai fermo immobile, fissandolo.

“ti piaccio ? anche alla luce del sole o adesso non sono più di tuo gusto?”.
“bhé sono etero... ma si… ti ricordo esattamente come ieri sera: a cazzo dritto!”. Rise.
“Sei qua.....questo è l'importante!” mi venne incontro e mi abbracciò.

“Hai pensato a un sacco di cose vedo... quindi …. ecco come hai pensato, come hai immaginato ora di fare?”.
“ho pensato... che qualunque cosa succeda possiamo fermarci sempre, ma se uno fa una cosa all'altro l'altro ricambia!” “ti può andar bene?”.
Annuii.
“di preciso cosa vuoi che succeda... cosa vuoi che ricambi!”.
“intanto io sono nudo.... tu no.... ho diritto pure io?.... no?!”, e prese a spogliarmi, senza che avessi qualcosa da obiettare.

Quando fu il momento di calarmi gli slip , il mio cazzo premeva contro il tessuto che presentava una chiazza di umido sorrise abbassandoli.

Allargò le braccia, invitandomi ad unirmi a lui, lo feci.
I nostri membri dritti e duri premevano dove capitava, strana anche questa sensazione, strano sentire il calore di un corpo umano, nella sua interezza.
Non era un abbraccio come poteva accadere al mare, definiamolo innocente, in quell'abbracciosi racchiudevano le nostre paure, la nostra consapevolezza del proibito, la nostra consapevolezza del sapere perché, dopo la sera precedente, ci trovassimo li. Un solo motivo fare sesso assieme. D
quell'abbraccio fece percepire i desideri l'uno all'altro, mi sembrò che le anime potessero carezzarsi. Un abbraccio intimo, intenso, nonstantre puro nella sua definizione più profonda. Di casto di li apoco ci sarebeb stato poco o nulla.

Fu ancora una volta Edo a prendere l'inizativa : “hai mai baciato qualcuno Fra?”.
“no e tu?”, mosse la testa negando, “vuoi?”, sott'intendendo bene il cosa.
La bocca si era seccata, avevo le palpitazioni, non sapevo cosa si provasse, mai fatto. Non sapevo se lo volessi o meno.
Edo non aspetto la mia risposta avvicinò la sua bocca poggiando le sue labbra sulle mie pochi secondi di contatto.

Evidentemente in quei secondi dovevo aver trasmesso sensazioni non del tutto convinte, non lo ero di fatto:
“Fra, sembro tranquillo ma ho il cuore in gola come te, ho le stesse paure tue, non so cosa accadrà, cosa proverò, cosa proverai te...”, continuò dopo una breve pausa.
“ti sento teso e nervoso, lo sono anche io, anche con questo atteggiamneto spavaldo, forse ho solo più voglia di provare cose inesplorate, e ieri mi si è aperto un mondo che voglio conoscere, conoscere con te. Aiutami a non esserlo come io cercherò di aiutare te.... ok?”.
Annuii.
“ora prova a baciarmi te, allora”.
Deglutendo per l'emozione del momento mi avvicinai alle sue labbra, baciandolo a stampo, feci per indietreggiare:
“ancora, ancora, ripeté , ti prego!”.
Lo baciai ancora, si era inumidito le labbra, e questa volta restammo appicciati di più.
“come va?”, chiesi.
“tutto ok” ,
“ ancora?”, sorrise e mi baciò di nuovo.

Sentii la lingua passare sulle mie labbra, si staccò invitandomi a fare altrettanto.
Che strano sentire il contatto di due lingue, la loro rugosità la loro consistenza, l'odore della saliva. L'odore del respiro. Il sapore della lingua che si mescolava nella mia bocca.

Non avevamo mai baciato nessuno, ma qual bacio ci stava coinvolgendo molto, trasportando oltre, le mani iniziarono a discendere sulle reciproche schiene.
Le mie mani esploravano la schiena di Edo, mentre le lingue in modo alterno frugavano la bocca altrui. Le mie scesero sulle natiche le afferrai in modo solido, ad Edo piacque e senza altra stimolazione venne impiastricciandomi tutto l'addome.

“scusa... non era così che pensavo di godere ma mi è piaciuto come mi hai afferrato, mi piaceva!”.
“l'ho visto... e sentito!” ridemmo.
“Non ti devi scusare... sta piacendo anche a me, anche io sono molto eccitato ancher se vorrei negarlo, non penso mi manchi molto, ora che sei venuto … dove mi vuoi , come vuoi che venga?”.

Edo dette una rapida occhiata intorno a se, si sdraiò supino, sulla coperta mettendo la testa fra le mie gambe dopo avermi inviatto a divaricarle.
La posizione era ad L , io in piedi lui disteso.

“Masturbati,dai, schizzami addosso!”.
Quella frase , mi mise a nudo più di quanto non lo fossi, ero lì più per lui che per me? Ero li per soddisfarlo? Bhé, non sapevo se volessi rispondere a queste domande che si accavallavano nella testa presi il pene iniziando a toccarmi, ero anche io prossimo al godere, l'inesperienza e la situazione erano davvero forti, ma nonstante l'eccitazione facevo fatica a concentrarmi sul mio piacere.
Edo da sotto, come a capirmi, prese a toccarmi lo scroto che, al tocco, si indurì , smbrò come benzina sul fuoco, fu una spinta che aiutò il mio piacere ad esplodere, aumentai il ritmo per l'orgasmo imminente, poco dopo venni schizzando a più non posso.

Aveva addosso sborra ovunque, l'addome, il petto ovunque, una sborrata fantastica. Non nego che mi piacque vederlo così sporco.
Le gambe divennero ll'improvviso molli e mi sdraiai accanto a lui addormentandomi.
Erano le 9:30 quando arrivai, erano passate due ore. La notte effettivamente non avevo dormito granche al ripensare a ciò che avevo fatto con Edo, e ahimé ero stranito da quanto mi fosse piaciuto ora.

Mi destò il sentirmi toccare il cazzo, moscio dalla prima goduta, Edo me lo stava accarezzando dolcemente. Lo salutai, scusandomi, ma mi invitò al silenzio:

“shhhh, abbiamo tutto il giorno e non solo,... per noi!”.

Il suo fare fece riprendere la consistenza al mio membro, poi senza dire una parola, cambiò posizione andandosi a sistemare fra le mie gambe.

Era in ginocchio e mi masturbava dolcemente. Ora ero completamente sveglio.
Ci fissammo negli occhi un tempo infinito, non una parola, solo sguardi.
La faccia di Edo era a pochi centimetri dal mio membro, potevo sentire il suo respiro sulla cappella. Lo Guardò poi guardò me.

Avevo capito, annuii, mi stava segando dolcemente quando, osservandolo appoggiato sugli avambracci, lo vidi estrarre la lingua ricordo l'umido della sua lingua toccare il mio prepuzio, poi ancora umido, la lingua passò a tutto attorno alla cappella.
Il cazzo reagì pulsando.
Edo soddisfatto, aprì la bocca accogliendo mezza cappella, ripetette il gesto, strusciò la lingua su tutta l'asta. Appena tornato in punta si decise, accolse la cappella afferrandola fra le labbra. Mi stimolò pe run po' con la lingua. Un'impercettibile sospiro e scese ad accogliere qualche centimetro della mia verga dentro la sua bocca.

Mi sembrava che il mio membro fosse accolto in una caverna, non toccava da nessuna parte, il vuoto aveva creato. Solo le labbra ben serrate mi stimolavano adese appena al di sotto della mia cappella, non piccola per l'età che avevo. L'impressione è che con essa lo riempissi quasi totalmente.

Vidi che si stava masturbando, mentre continuava il pompino, mi eccitava questa cosa, per cercare una posizione migliore d'un tratto spinsi il bacino in alto e la mia cappella andò a sbattere contro il suo palato.
Chiesi scusa, ma Edo non si staccò... anzi iniziò questa voltaa a muoversi lungo tutta l'asta. Mi piaceva, ora le labbra salivano e scendevano con un ritmo lento, piacevole esercitando una pressione costante sulla tutta l'asta.
Lo guardavo mentre si muoveva, guardavo il ritmo frenetico col quale si masturbava.
Iniziai ad ansimare per il lavoretto che mi stava facendo.

Non so dire per quanto andò avanti, potrei dire per poco come per un eternità, il fattore tempo aveva perso valore.
Ad un certo punto si fermò giusto il tempo di chiedere:

“fino in fondo?”.

Quella frase fu una scossa al cervello, il mio amico mi stava dicendo che era pronto ad accogliere nella sua bocca la mia sborrata.

“ODDIOOO Edo … si cazzo si … dai allora non ti fermare! Non mi manca molto! Se vuoi la mia sborra....Succhiala! Bevila!” dissi senza nemmeno ragionarci troppo.
“dopo ricambi?”
“tutto quello che vuoi ma non ti fermare ti prego... fammi godere!”.

Non avevo nemmeno riflettuto a ciò che avevo detto, ci stavo pensando con qualche secondo di ritardo, ma Edo era tornato ad occuparsi del mio membro aumentando la velocità, pressione e velocità. Arrivò il momento e venni, venni esplodendo tutto il mio piacere, riversando fiumi di schizzi nella sua bocca.
Edo deglutì il più possibile ma si dovette staccare tanta ne avevo fatta , tossì per riprendersi finendo di far uscire la sborra tirandomi una lentissima sega.

“cazzo quanta ne hai fatta!”, ero sporco e tornò giù a pulirmi.

Ero spossato, ma felice, l'esperienza per quanto strana ne era valsa la pena : “Merito tuo, merito tuo Edo! È stato bellissimo!”.
Mi raggiunse venendomi a baciare, e ci baciammo con passione, fece per sdraiarsi al mio fianco ma glielo impedii, se non avessi contraccambiato subito c'era il rischio di non aver il coraggio di farlo:

“Dove vai, fermo! tocca a te adesso! Vieni!”.

Lo feci avanzare carponi , praticamente era in ginocchio su di me che ero supino, avanzò fino ad avere il suo membro a portata di bocca.

Il cazzo del mio amico adesso era a pochi centimetri dalla mia faccia, sembrava un grissino, a metà sterzava sulla destra presi a toccarlo scappellandolo. Non scendeva tutta la pelle e la parte di cappella che emergeva era di un viola intenso, le palle all'incontrario erano grosse, molto grosse, molto cariche, presi coraggio tirai fuori la lingua e leccai.

La prima cosa che mi colpì fu l'odore, l'odore di cazzo che aveva, un misto di bagnoschiuma, e l'odore forte quasi acre lo definirei.
Era il primo cazzo che assaggiavo, non sapevo che sapore avesse, semplicemente sapeva di cazzo, non puzzava, era dolciastro per la goduta avuta e per il liquido da eccitamento che si era prodotto, ma l'odore era intrigante, mi chiesi che odore avesse il mio.
Non potevo aspettare oltre, le inibizioni erano sempre dietro l'angolo quindi , dopo essermi fermato sulla cappella tutto quel tempo, mossi la testa in avanti, lo presi in bocca iniziando il mio primo pompino.
Le dimensioni non ernao il suo forte, meglio per me, Nonostante tutto la sua cappella mi sembrò enorme lo stesso. La sentii bene ne apprezzai consistenza e sapore, mi abituai, come Edo prima di me, alla sensazione di corpo estraneo in bocca. Per abituarmi iniziai a ruotare la lingua sulla porzione di cappella priva di pelle, la situaizone a mio parere migliorò.

L'asta, che leccai subito dopo, era tremendamente liscia, come vellutata, qule membro non so non mi disgustava, iniziava a piacermi sentire come Edo stesse apprezzando il mio lavoro.
Edo gemeva, mi parlava apprezzando i movimenti che facevo, mi piaceva ma mi imbarazzava sentirli.
Sapevo solo che come il mio amico aveva fatto godere me, ora dovevo far godere lui, sapevo pure come aveva fatto lui e ho modificato pensando a come mi sarebbe piaciuto si fosse mosso, ma non avevo avuto il coraggio di dirlo.
Preoccupato per la sborrata?
Si terribilmente, ma potevo esimermi? Penso di no. Come avrei reagito? Non lo sapevo, avrei fatto tutto quello che c'era da fare, il mio amico lo aveva fatto a me, Camilla a Piero, pensai che comunque fosse fattibile, mi concentrai solo a giocare con quel membro sottile che imboccavo tutto fino alla radice succhiandolo a fondo.

“Fra sei un dio! Cazzo come succhi! Muovi la lingua che mi piace! Siiii mamma mia che belllooo senti come sono duro!!”.

Presi a muovere la lingua sul prepuzio, e intanto mi muovevo avanti e indietro stando in aspirazione.
Fra era semiseduto sul mio petto mentre lo spompinavo, mi fermai, mentre con le mani,facendo una pressione sulle cosce lo invitai ad alzarsi un po'. Ora era solo in ginocchio, il suo scroto con i suoi testicoli danzavano sopra la mia faccia, mi allungai andando ad imboccare un testicolo poi l'altro, la carenza di peli mi favorì.

“Porca vacca Fra quanto sei bravo così godo!”.
“Non ancora Edo!”.
Lo ribaltai, ora era supino, io inginocchiato sul pube, mi sentivo indemoniato. Presi le gambe poggiandole sulle mie spalle e ripresi a succhiare.
Con una mano tastavo i testicoli, con l'indice dell'altra presi a massaggiare il suo orifizio posteriore, solo sfiorandolo, venne, accolsi la sua goduta nella mia bocca trattenedola.
Edo mi guardò : “butta giù!”.
Un po' schifato deglutii.
Mi accasciai al suo fianco.
Erano quasi le due quando ci riprendemmo dalla nostra seduta esplorativa sui piaceri del sesso e mangiammo i panini portati da Edo.

Restammo sdraiati lì, uno di fianco all'altro, raccontandoci le nostre sensazioni, tra le chiacchiere passarono altre due ore, delle nuvole cupe oscurarono il cielo.

Le nuvole erano un brutto segno. In quella campagna non era così raccomandabile restare alla mercé di un temporale, bisognava rientrare.
Stavamo realizzando ciò, con molto disappunto, sarei rimasto li a rilassarmi e basta, non mi ero nemmeno reso conto di avere nella mano il cazzo di Edo, che ripresi a stimolare facendolo tornare nuovamente barzotto.

“Fra senti.... è diventato brutto tempo... bisogna rientrare... a me è piaciuto tutto … non so cosa avverrà … non farò parola con nessuno ma sarà un ricordo bellissimo!”.
“anche per me vale Edo, tranquillo, mi sembra di averlo dimostrato, no?!”.
“Si, certo! Tanto”, dopo una pausa che sembrò interminabile:
“ Fra ti va? Io.... ne avrei anocra voglia.... Lo facciamo un'altra volta prima di andare? Prima che piova dico”.

Ci stavamo guardando negli occhi, ancora carichi di lussuria, di voglia di sperimentare, voglia di altra intimità non sapendo o non potendo definire meglio quelle stesse voglie.

A differenza della notte precedente, dove eravamo stati mossi da ciò che Piero e Camilla avevano fatto, dall'eccitazione che quel filmino in diretta aveva portato; Quel giorno era nostro, un giorno dedicato al nostro piacere molto consci di quel che avevamo fatto e provato. Nessun rammarico, un lieve imbarazzo , ma quella nuova richiesta era la riprova che lo stavamo facendo perché ci era inequivocabilmente piaciuto, nessun'altra ragione.

“come vuoi farlo Edo?”.
Le nostre mani, stavano lavorando sui reciproci sessi per fargli raggiungere la giusta consisistenza.
“A me è piaciuto quando mi hai stimolato col dito.... vuoi provare Fra?!”.

Il battito del cuore accelerò, il cazzo pulsò divenendo ancor più duro, negavo a me stesso di non sapere cosa sarebbe potuto accadere.... l'esser penetrato da quello stesso dito.
Avevamo un patto, nonostante tutto, il gioco sull'ano l'avevo iniziato io, ora Edo voleva ricambiare.
Assorto e assuefatto dalle nuove emozioni nonché paure decisi, la mia mano sinistra raggiunse la sua mano e sfilandogli il membro duro che teneva la portai più in basso a cercare il mio orifizio.
La mia miglior risposta che potessi dargli.
Edo si posizionò sul fianco destro, era alla mia sinistra. Con la sua mano sinistra andò a trastullare il mio orifizio posteriore, la destra prese a masturbarmi, poco dopo chinandosi lo imboccò, spompiandomi di nuovo al meglio per alcuni minuti, mentre mi trastullava l'ano.

Il suo dito roteava sullo sfintere e cercava di forzarlo, ma ogni volta contraevo ed essendo asciutto non davo possibilità ad Edo di esaudire quel che voleva quindi si fermò, tolse il dito e lo portò alla mia bocca.
“Lecca!”, così feci, “sputa “ sputai più volte.
Con le dita a cucchiaio portò la saliva del mio sputo sullo sfintere, mi sorrise, riprese a spompinarmi. Riprese al contempo a roteare due, tre dita sul mio sfintere, poco dopo sentii premere con forza, l'orifzio cedette, un dito, l'indice doveva essere era dentro di me.

Una starnissima sensazione esser penetrati, una cosa innaturale, Edo teneva fermo il dito mentre imperterrito mi succhiava.
Il piacere del pompino portò a delle contrazioni anali, fu quasi l'invito per Edo a muoversi dentro di me.
“basta fai piano …. le unghie!”.
Rallentò il movimento avanti e indietro, poi sentii un secondo dito farsi largo dentro di me, proprio mentre, attaccato alla cappella succhiava con forza roteandoci la lingua sopra.
A differenza della prima volta, il gioco di lingua era molto più presente e questo mi piaceva tanto. Riprese a scoparmi il culo con le due dita.
La cognizione del tempo non c'era non sapevo da quanto stessimo andando avanti, ricordo solo che, senza chiedere cambiò posizione si mise prono su di me i nostri sessi si sfiorarono, ci baciammo.
Alzatosi in ginocchio si avvicinò molto col suo bacino, tanto da avere i nostri testicoli a contatto, prese a masturbare entrambi i cazzi con le sue mani all'unisono mentre le aste combaciavano.

Prese le mie gambe e le adagiò sulle sue spalle, il bacino così fu costretto ad alzarsi, spingendo indietro il suo riuscì ad indirizzare il suo membro verso il mio ano.
Edo mi voleva fottere.
Sentivo premere la sua cappella sul mio sfintere ci portò della saliva per lubrificare.

“rilassati.... che entro...!”
“dopo ricambi? “
“certo come promesso, sempre!”
Fu un attimo il mio sfintere si rilassò e in quel momento Edo entrò dentro di me.

Mi sentii starnamente pieno nonostante fosse sottile e non percepii molta differenza fra le due dita e il suo membro, quindi non fu troppo doloroso, un lieve fastdio, il sentirsi violato, una cosa che non volevo. Non so come, non avevo mai provato ma paragonai il suo membro ad una matita leggermente più grossa.
Dovevo avere la faccia contratta, ma Edo pervaso di una lussuria tutta sua, non badò tanto a me e iniziò a scoparmi.

“Fra sei stretto! Mi fa quasi male il cazzo! Ma mi piace tremendamente è bello!”.
“dopo provi te a stare al mio posto poi mi parlerai di dolore!”.
In verità più che di un vero e proprio dolore era un fastidio, come detto, quello che sentivo.

Edo mi scopò con poca delicatezza voleva solo riempirmi, anche il mio culo abituatosi al corpo estraneo iniziò a non sentire più il fastidio che, pian piano, si tramutò in piacere facendomi tornare il cazzo duro, cazzo che al momento della penetrazione si era afflosciato.
Edo notò e prese a darmi spinte con più vigore. Fuori intanto il temporale avanzava, fulmini e tuoni preannunciavano una pioggia a catinelle.
Edo accellerò prendendo a masturbarmi … eravamo al limite.
“Fraaaaa! Piove sborraaaaaaa! Ti riempio cazzzoooo! sto godendo del tuo culo stretto ohhh ohhhh!”
“Fra godo nel tuo culo tieniiii ! Vieni anche te!!! cazzo godi con me!”.
Venimmo assieme lui nel mio culo, io sul mio addome, morale della favola ero pieno di sborra.
Edo si accasciò su di me:
“Grazie Fra... è stato fantastico!” stava iniziando a piovere.
Bastò qualche minuto, non c'er apiù tempo: “bisogna andare amico mio …, sei in credito del mio culo! Ora non posso daretelo bisogna andare!”.
Sapevo che aveva ragione, deluso appagato, ci rivestimmo, prese le nostre cose, scappammo verso la base.

Avevo provato tutto, mi chiedevo solo, mentre correvamo per non prendere l'acquazzone, se ci sarebbe stata una prossima volta per prendere ciò che non avevo preso. Sarei stato in grado o la magia era conclusa? Del resto non ero bisex.
Una piena di un piccolo torrente ci costrinse a cambiare strada, la deviazione ci portò a trovare la bandiera tanto agognata della squadra avversaria, presa rientrammo.

Le squadre erano state richiamate per il temporale, ma portando con noi la bandiera vincemmo pure la sfida... pieni appagati e vincenti.
Cosa volere di più? Il culo del proprio amico, si può asserire.



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